lunedì 8 aprile 2013

Pardule di ricotta (pardulas de arrescottu)

Dall'esperienza milanese mi sono portata dietro un sacco di cose, piu' o meno belle, di sicuro un pezzo di Sardegna e di Sicilia...Oggi con questa ricetta voglio rendere omaggio alla prima delle due, fatta di gente cordiale ed ospitale, un po' testarda ma sempre disponibile, proprio come chi mi ha insegnato a fare questo dolce,la mia amica Carla, una persona che pur avendo lontana, portero' sempre nel cuore.
La primavolta che ci ho provato, non ho fatto un figurone, non per il sapore quanto per la forma. Ma data la bonta' valeva la pena ritentare ed ecco finalmente le mie pardule.
Ancora grazie SA SPOSA :D


Ecco gli ingredienti:


200 g di semola finissima
200 g di farina 00 
50 g di strutto
un pzc di sale
acqua tiepida per impastare la cialda qb
500 g di ricotta di pecora
2 tuorli
1/2 bustina di zafferano
scorza di un'arancia
scorza di un limone
150 g di zucchero
50 g di semola finissima
un punta di cucchiaino di lievito


Per prima cosa impastiamo la farina, la semola e lo strutto, aggiungiamo un pizzico di sale  aiutandoci con dell’acqua tiepida. Otterremo un composto compatto e liscio che lasceremo riposare per almeno trenta minuti coperto da un panno;
mentre la pasta riposa amalgamiamo il ripieno unendo alla ricotta le uova, lo zucchero,il lievito, lo zafferano e la buccia dell’arancia e del limone grattugiati;
trascorsi i trenta minuti stendiamo l’impasto in sfoglia fina ( e qui la nonna papera mi ha dato una grossa mano, io ho sFogliato al terzultimo spessore) e con un coppa pasta ritagliamo dei cerchi con un diametro di sei otto centimetri circa;
una volta esaurita la pasta disponiamo all’interno di questi piccoli cerchietti un cucchiaino di ripieno a base di ricotta e solleviamo i bordi pizzicando i lati in cinque punti diversi. In pratica dovrete formare delle piccole stelle;
a questo punto sistemiamo le nostre pardulas nella teglia precedentemente coperta con della carta forno antiaderente e mettiamole nel forno preriscaldato a 170°;
Cuociamo mezzora e serviamo calde o intiepidite.

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